EdiGiò, 2008, illustrazioni di Sara Garzia, pp.40, €14,00
Quarta di copertina dello scrittore Pietro Zullino
Il mio primo libro di filastrocche... pubblicato per aver vinto un concorso della casa editrice EdiGiò. Sono molto legata a questo libro, perchè contiene l'essenza delle mie piccole poesie, scritte soprattutto quando i miei figli erano bambini e che quotidianamente creavano occasioni per scrivere sulla scia dell'ispirazione. Pensavo che rimanesse l'unico e invece...
Recensione di Pacifico Topa
Un libro di filastrocche per bambini in cui le strofe e le rime non sono solo un gioco fine a se stesso ma anche un modo gradevole e spesso divertente per trasmettere a grandi e piccini valori come l’amicizia, la solidarietà e l’ospitalità. Non mancano neppure momenti di vita e spunti di riflessione per gli adulti: come la storia di Pitoncina, la piccola di una famiglia di pitoni, che chiede insistentemente una sorellina ai suoi genitori e questi, come spesso avviene, dapprima tentennano, pensando solo ai costi da sostenere, poi si convincono con Pitoncina che impara a risparmiare per far posto alla sua sorellina ad ogni costo.
Gatto Miagola, invece, tutto intento a pulire la sporcizia per le strade del quartiere viene preso ad esempio da tutti i bambini: una filastrocca da libro di educazione civica. Infine consapevolezza e orgoglio di donna e di madre trapelano dallo sguardo di mamma Tigre che vede il suo cucciolo crescere, si ripromette di non essere con lui invadente e intanto “nasconde l’emozione nel lasciare la sua mano”. Lo stesso generoso coraggio che dimostra Papera Carlina quando insegna alla Stella Mattutina a nuotare, dopo la caduta in acqua, facendola diventare Stella Marina: un atto eroico per la nipotina che esclama: “è proprio vero: non ha bisogno di clamore il generoso coraggio di una donna”. Non cerca clamore neanche Loredana Simonetti, autrice di Filastrocca e... tutti a nanna. Scrivere è per lei una passione, come i suoi figli, la matematica e l’enigmistica (il divertissement della Filastrocca Verticale o lo scioglilingua della Filastrocca del fischietto ne offrono un fresco esempio). Ma il risultato e i numerosi premi che ha ricevuto in tutta Italia – tra cui il Premio “Elsa Morante” per la narrativa e il premio “Roma in cerca di poesia” per la poesia in dialetto romanesco – garantiscono che una sincera passione può trovare compimento in ottimi risultati. Coraggio di osare ed esempio per tanti che trascinandosi nel grigiore quotidiano si chiudono spesso nel “vorrei… ma non posso”. È un invito a leggere con attenzione queste simpatiche filastrocche perché, come dice lo scrittore Pietro Zullino, che ha scritto la prefazione, dalle “filastrocche si impara tanto! Dicono la verità e insegnano a crescere più svelti e più intelligenti”.
Recensione di Luciano Nanni
Filastrocche. L’autrice, laureata in matematica, pubblica il suo primo libro di filastrocche che sembrano tutto l’opposto dei freddi numeri; ma il ritmo può avere scopo mnemonico: sono difatti in gran parte ottonari trocaici il cui schema continuo di sillaba accentata e atona rende più facile l’apprendimento. Come per le fiabe, in questi versi gli animali hanno la parte più rilevante, a cominciare dal Pinguino (Solitario) fino alla Papera (Carlina). Vi è pure una filastrocca-acrostico (p. 26). Disegni originali illustrano l’albo di forma quadrata (25x25).
Recensione di Roberto Bianchi
Interessante la proposizione di filastrocche per aiutare la crescita del bimbo e far lui acquisire conoscenze su animali, momenti di vita, colori e sentimenti. Ancora nel terzo millennio sono convintissimo che la filastrocca sia strumento validissimo e che possa davvero sorreggere il cammino evolutivo del fanciullo. L’autrice si dimostra assai vivacizzata da fantasia e tocca diversissimi punti focali dello sviluppo del bimbo e buona è anche l’illustrazione che accompagna il testo. Buon lavoro ma magari si poteva fare più attenzione all’uso troppo frequente di preposizione articolate che eviterei con i fanciulli che devono imparare l’uso dell’abc della lingua. Troppe volte per esigenze di musicalità si sono invertiti i termini del periodo e questo risulta a mio avviso poco utile all’apprendimento prescolare di verbo, soggetto e oggetto. Potendo correggere queste lievi pecche il lavoro risulta perfetto e utilissimo.