Dietro ogni libreria citata nel libro Storie delle librerie d’Italia c’è la storia di uomini, donne e di quella parte d’Italia in cui la libreria aveva messo le sue radici. Vins Gallico è metodico nella sua ricerca e nel descrivere i particolari storici che ogni libreria è in grado di trasmettere.
Con un’esperienza come direttore delle librerie Rinascita e Fandango Incontro, entrambe a Roma, Vins Gallico ha vissuto tra i libri e con i libri, non solo leggendoli o vendendoli, ma legando numerosi episodi della sua vita proprio a quegli ambienti profumati di carta che, malgrado modernità elettroniche e acquisti online, continuano a resistere romanticamente, in barba alle soddisfazioni economiche difficilmente quantificabili.
Con la Newton Compton Editori ha realizzato un importante manuale, quasi un itinerario d’amore, partendo dalla storia di antiche librerie fino al fenomeno delle grandi catene di distribuzione.
Una scrematura necessaria è stata quella di selezionare librerie con almeno trent’anni di vita, ma è stato inevitabile citare anche quelle che hanno chiuso ma che hanno avuto una storia molto importante.
Dall’alfabetizzazione iniziata faticosamente alla fine dell’800, “la letteratura diventa una possibilità di raccontare un secolo”, attraverso la scolarizzazione che, per sostenere l’unità nazionale, cerca di prevedere una lingua unica.
In questo lungo percorso ha inizio, nel 1810, la storia della libreria Bozzi/Beuf la prima indiscussa nata in Italia, a Genova, aperta al piano terra dell’abitazione di Marc Antoine Beuf, che “non è solo un negozio, ma un punto di approfondimento e di aggregazione sociale”. Questa libreria influenzerà molto la vita intellettuale e politica della città e curerà anche la letteratura nautica, la cartografia e le apparecchiature scientifiche.
Un pezzo straordinario di Roma è dedicato alla libreria Cesaretti, in Via Piè di Marmo sorta nel 1886. Da allora in quella libreria sono passati letterati importanti, poeti, politici. Tra i frequentatori assidui vengono citati Giuseppe Ungaretti, Trilussa, Italo Calvino e Natalia Ginzburg, fino a Sandro Pertini, Aldo Moro e Giovanni Falcone, che acquistò un Diritto Penale del 1700 proprio pochi giorni prima di morire.
Ci sono storie nel libro di Vins Gallico “che trascendono l’aneddoto e la narrazione imprenditoriale”. Una delle più commoventi è quella della libreria Bortoloso di Schio.
Aperta nel 1935 da Giovanni Bortoloso, l’attività ha un colpo brutale, quando il libraio viene deportato a Mauthausen, senza fare ritorno. Prima la moglie e la sorella, oggi i numerosi nipoti, continuano a mantenere la libreria come una missione, per conservare il valore simbolico del luogo e la memoria del fondatore.
Un ultimo capitolo l’autore lo dedica alle librerie che hanno chiuso, prima che la memoria si perda definitivamente; non è un capitolo indolore, perché denso anche di ricordi personali.
La modernità dei nostri tempi ha ridotto molto l’attenzione all’oggetto libro, prevaricato sicuramente dalla velocità del mondo delle immagini. Durante il covid, con i libri d’asporto, le librerie hanno goduto stranamente di salute migliore, ma è stato “un momento di doping”, come afferma l’autore, perché l’analfabetismo funzionale, cioè la capacità di comprendere e valutare testi scritti per formulare opinioni, è largamente diffusa.
“Piluccare” è il termine consigliato dall’autore per assaporare ogni vita di libreria, e magari con il desiderio, se possibile, di entrare fisicamente nelle librerie descritte e rendersi conto che il tempo passato lì dentro è storia vera.
Vins Gallico
Storia delle librerie d’Italia
Newton Compton Editori
Novembre 2022
pp. 288
€ 14,90